Tag: teatro

Ghost Town a chiudere i Diversi Volti del Teatro

Ultimo weekend al Teatro La Ribalta con I Diversi Volti del Teatro: 14 – 15 maggio con Ghost Town

A chiudere la stagione 2021/22 de I Diversi Volti del Teatro è, ovviamente, la compagnia La Ribalta di Salerno. I padroni di casa per l’occasione porteranno in scena uno spettacolo inedito scritto e diretto da Valentina Mustaro. Testo, ahinoi, più che mai attuale e per questo possiamo dire che guarda al passato, al presente e al futuro delle nostre città, troppo spesso preda degli interessi di pochi che ne deturpano la bellezza (anche con la guerra).

L’appuntamento è per sabato, 14 maggio, alle 21:00 e per domenica, 15 maggio, alle 19:00 in via Salvatore Calenda, 98. Clicca qui per prenotare.

Cosa c’è da sapere su Ghost Town

“Ghost Town” ovvero “Città Abbandonata” è uno spettacolo di ricerca e sperimentazione, nato da un laboratorio di scrittura teatrale diretto da Valentina Mustaro sulla rilettura di alcune opere di Italo Calvino e sul concetto di “città” inteso come spazio figurato, come luogo che possiamo costruire o distruggere . Ghost Town è la storia di un viaggio, in un tempo imprecisato; è la metafora della vita che pone ogni uomo davanti ad esperienze e scelte da compiere. La protagonista, Raiss, arriva in una città abbandonata a conclusione del suo viaggio e trova una città dove l’attendono fantasmi, una città distrutta che scoprirà di aver contribuito ad annientare.

Raiss vorrebbe tornare indietro per riscoprire frammenti del suo passato, le tante vite che ha vissuto, i viaggi, le scelte che l’hanno condotta al capolinea, e gli viene concesso di ripercorrere i suoi passi. Queste figure fantasmagoriche la accompagneranno verso la consapevolezza del momento della sua morte, avvenuta durante una guerra civile nella quale i personaggi stessi sono rimasti vittime.

“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo dei loro discorsi è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, ed ogni cosa nasconde un’altra” .

Parla la regista Valentina Mustaro

Lo spettacolo Ghost town parla di città e di uomini, delle città costruite dagli uomini e da loro distrutte attraverso scelte sbagliate, quando le paure superano i buoni propositi, quando la guerra vince sulla vita. Ho scelto di presentare i personaggi della storia, i “fantasmi”, nella platea, già dal momento in cui il pubblico entra in sala, con l’intento di far sentire gli spettatori sin da subito parte della storia e di immedesimarsi con queste figure. Lo spettacolo inizia ancora prima che le luci del palco si accendano.

Quando parte la musica dei Pink Floyd, parlo del brano Speak to me e Breathe, tra fumo e luci soffuse il palcoscenico si illumina e compare la figura di un soldato, Raiss, protagonista della storia. Raiss si guarda intorno riprendendo fiato, come accade dopo un brutto spavento, dopodiché scorge le figure in sala. Esse prendono vita e ripetono le parole del brano “Breath” spostandosi verso il palco, verso Raiss, con fare minaccioso. Il soldato non sa cosa fare: difendersi o scappare? Quando vede i personaggi schierati a lei dinanzi come un plotone di esecuzione. Raiss scappa ma non può andare lontano, si aggrappa a dei tessuti che penzolano dall’alto, le ricordano un’altalena e le fanno ripensare a quando l’unica cosa che contava per lei era dondolare, lasciarsi dondolare. I Fantasmi le si avvicinano minacciosi e aggressivi e iniziano ad aggrapparsi a lei, a tirarla e ferirla finché Raiss chiede le sia concesso di tornare “al tempo, al luogo” del passato.

Da questo momento inizia un suono d’orologio e lancette e i fantasmi portano indietro il tempo immergendo Raiss nei ricordi : il primo momento è quello dell’infanzia, tra le braccia della mamma, in un dialogo gestaltico, alla ricerca di sé stessa; il secondo momento è quello della ricerca, della costruzione, della scoperta del mondo; il terzo momento è quello della chiamata alle armi, della difficile scelta tra il perseguire la strada dell’arte o quella del cosiddetto “dovere civile”; il quarto momento è quello dell’arruolamento, della preparazione alla vita del soldato; e infine il quinto momento è quello che ha preceduto la fine, il momento in cui Raiss stava portando a termine la sua missione.

L’ultimo ricordo riguarda il momento che ha preceduto lo scoppio della bomba che ha distrutto la città: Raiss stava pattugliando alla ricerca di superstiti e si era imbattuta in una strana figura di donna, che le ricordava un po’ se stessa, prima di diventare soldato. La donna, pur essendo nel bel mezzo di un bombardamento, restava attaccata alle sue cose, alla sua casa, i suoi oggetti e spazi;  quasi come se vivesse lontana dalla guerra. Raiss pur sapendo di doverla allontanare da quel luogo resta talmente presa da quella figura che decide di restare con lei e di assecondare il suo desiderio pur sapendo che lo scoppio della bomba si avvicina. Raiss le propone di farle un dipinto in modo che la sua bellezza resti immutata nel tempo.

In scena si intervallato scene di buio e luce che ritraggono i personaggi in fuga dalla bomba, mentre in sottofondo la musica dei Pink Floyd “Wish you here” fa da cornice, poi il boato. Quando torna la luce restano in scena solo figure immobili che con la loro posizione nello spazio scenico riproducono il quadro “Guernica” di Picasso.

Il resto è silenzio.

SOS Fantasia per chiudere le Piccole Emozioni

Ultimo appuntamento per le Piccole Emozioni del Teatro La Ribalta di Salerno. Per concludere al meglio la nostra rassegna dedicata ai più piccoli chiediamo aiuto a La Bottega di Will con SOS Fantasia. Uno spettacolo interattivo e comico con giochi e balli che si terrà domenica, 8 maggio, alle 17:00.

Come sempre è previsto un pre show alle 16:30 in collaborazione con Saremo Alberi.
Prenota qui (clicca qui) oppure chiamo al 329 2167636.

La Storia

Il Re delle Favole ha preso una decisione dolorosa: abbandonerà, insieme a tutto il suo seguito, il pianeta Terra poiché nessuno ha più bisogno di lui. La principessa della Fantasia, però, non è molto d’accordo. Nonostante i bambini non hanno più l’abitudine di farsi leggere o raccontare delle fiabe, ma preferiscono guardare la tv o giocare con la PS… Nutre ancora fiducia in loro. Convincerà il Re a riflettere sulla partenza e intanto steel era un piano d’attacco. Per cominciare chiamerà a raccolta tutti i personaggi delle fiabe (Lupo cattivo, Raperonzolo, Cappuccetto Rosso, Biancaneve) e pronuncerà la frase magica: chi si inventi una storia… Ora!

Obiettivo didattico

E danni che la Bottega di Will è impegnata nella lotta “contro gli strumenti tecnologici” che stanno sottraendo man mano fantasia e capacità di immaginazione alla maggior parte dei bambini… Non è mai troppo sottolineare quanto è importante usare la propria testa!
Fin da piccoli i bambini devono essere abituati e stimolati all’uso dell’inventiva e cosa, se non una bella favola può assurgere a tale compito?
Immaginare la scena dove ambientare la storia che gli viene raccontata, far indossare un vestito piuttosto che un altro alla principessa protagonista, far comparire un cavallo oppure una tigre, che c’è di meglio e di più magico per un bambino? Non c’è nemmeno da paragonare l’effetto con le freccette immagini “già pronte” di tv e videogiochi… SOS fantasia, vuole proprio lanciare questo messaggio come un grido di salvezza e, nel contempo, far sperimentare ai piccoli spettatori quanto è bello ed interessante inventare una storia… Anche insieme ai propri compagni di scuola!

L’Innesto di Pirandello al Teatro La Ribalta

Sabato, 7 maggio, alle 21 al Teatro La Ribalta di Salerno la Compagnia Educarteatrando di Eboli presenta L’Innesto di Pirandello. La commedia, in tre atti, scritta a fine 1917, rappresentata per la prima volta da Virgilio Talli al teatro Manzoni di Milano il 29 gennaio del 1919, è una delle opere minori di Pirandello.

La scelta di metterla in scena, a cento anni dal debutto, è dipesa soprattutto dall’attualità degli argomenti trattati: la violenza sulle donne, la delicata scelta dell’aborto, il tema della maternità, sempre presente in Pirandello, che mai come oggi presenta varie sfaccettature e vari risvolti.

Prenota qui (https://bit.ly/3kPCVA9) oppure chiamo al 329 2167636.

Un insolito titolo nel campo artistico e letterario

Esiste nell’arte del giardinaggio una forma di innesto che si pratica nel mese d’agosto e si chiama innesto a occhi chiusi. La pianta accoglie «amorosamente» il tallo, col quale la mano rude ma esperta del villano la violenta, lo assimila al suo amore, al suo desiderio di frutto, lo accoglie a «occhi chiusi», nutrendolo della sua follia, di tutta la sua vita che aspira alla maternità, alla creazione di nuove vite. Chi domanderà alla innocente pianta l’origine legittima della sua fecondità?

Anche la signora Laura Banti è una sterile pianta, violentemente aggredita da uno sconosciuto villano, la quale ha ricevuto a «occhi chiusi» il germe vitale che la renderà madre, e lo ha assimilato alla sua vita, al suo amore, e lo ha nutrito di tutto il suo spirito, del quale ne è parte essenziale lo spirito, l’amore e il corpo fisico del consorte legittimo, Giorgio. Solo che questo legittimo e ben individuato consorte ha i suoi scrupoli e la sua suscettibilità e la sua volontà che sono diversi da quelli della moglie.

La follia amorosa di Laura e lo stato d’animo di Giorgio sono gli argomenti portanti di questi tre atti di Pirandello dove vengono accostati tre gradi di vita in cui si presenta il “problema”: la pianta, una rozza villanella e la spirituale signora Banti.

Nel vivace e frivolo salotto borghese di inizio secolo irrompe il dramma profondo, sempre attuale, di una donna alle prese con le sue scelte vitali, tra la legge del cuore e le logiche dell’etichetta e delle convenzioni sociali.

Al solito Pirandello “innesta” nella vicenda i diversi personaggi, ciascuno con l’urgenza di dire e di essere: Francesca, madre di Laura, madre di una madre, impegnata nell’arduo compito della mediazione; Giulietta, sorella minore scalpitante, più o meno consapevole del dramma; il dottor Romeri, uomo di scienza, con le sue crisi di coscienza; la rozza e diretta villanella Zena legata alla famiglia Banti da una vecchia storia di gioventù; la saggia giardiniera/cameriera/donna di casa Filippa; i coniugi Nelli, amici di famiglia, spettatori e commentatori della vicenda.

La regia ha voluto sottolineare l’importanza di ciascuno nello spaccato di una umanità variegata offerto dal testo di Pirandello. La scenografia, le musiche d’atmosfera, i costumi, le luci, misurati, presenti, ma non ingombranti, offrono in modo equilibrato il loro contributo alla messinscena.

Infine, la pianta, viva e presente, silenziosa co-protagonista della nostra vicenda.

Il viaggio di Pulcinella, con Idea Live le Piccole Emozioni arrivano al settimo appuntamento

Largo ai piccoli! Settimo appuntamento per le Piccole Emozioni che ritornano con Idea Live.
Preparate le valigie perché il 10 Aprile parte Il viaggio di Pulcinella con i soliti tre appuntamenti: il primo al mattino a partire dalle 11:00, mentre gli altri due saranno nel pomeriggio rispettivamente alle 17:00 e alle 19:00.

Ma da dove parte questo viaggio?

Innanzitutto proprio da Pulcinella che è l’artista più irrequieto di tutto il vecchio teatrino. Ha sempre da protestare, o perché invece di lavorare preferirebbe andare a spasso, o perché il capocomico Pantalone gli assegna sempre parti buffe, mentre lui preferirebbe parti più impegnate. Decide allora di scappare e andare in giro per il mondo per trovare qualcuno che apprezzi maggiormente le sue qualità. Si accorgerà ben presto che il mondo è pieno di personaggi poco raccomandabili e che nel vecchio teatrino non si stava poi così male.

Costo biglietto: 6€

Prenota quihttps://www.teatrolaribaltasalerno.it/botteghino-online/

Per info: 089 9958245 – 329 2167636

Il Vestito nuovo dell’Imperatore

Due su due, seconda settimana dedicata alle Piccole Emozioni. Si raddoppia con Crescere insieme oltre il Teatro che porta sul palco della struttura in via S. Calenda, 98 lo spettacolo dal titolo Il Vestito nuovo dell’Imperatore. Le repliche in programma sono tre: 11,00 – 17,00 – 19,00.

Lo spettacolo è tratto dalla favola di Andersen con un libero adattamento della regista Clotilde Grisolia che ha dedicato questo spettacolo interamente a Gianni Rodari. Infatti, Rodari è proprio presente sulla scena e come per magia le favole e i personaggi che lui racconta prendono vita; è uno spettacolo tutto in rima, un atto unico ricco di emozioni.

“Vi aspettiamo a teatro per ridere e sognare insieme. – afferma la regista – Sarà un viaggio nella fantasia, un sogno fra imperatori, cortigiani, paggi, tessitori e ciambellani. Questo gruppo di giovanissimi e giovanissime sta lavorando affinché questo gruppo diventi una compagnia stabile e possa presentare i vari spettacoli a rassegne e festival”.

Ticket online • https://bit.ly/3AwwWWj

“Lu cunto de li cunti” per un weekend da Commedia dell’Arte

Quinto appuntamento con la rassegna I Diversi Volti del Teatro

Nuovi appuntamenti per la rassegna “I Diversi Volti del Teatro”. Il prossimo fine settimana, 11 e 12 dicembre, ritorna la Commedia dell’Arte al Teatro La Ribalta di Salerno con “Lu Cunto de li Cunti”. Lo spettacolo di Valentina Mustaro parte da un’attenta rilettura e rielaborazione del testo di Giambattista Basile, la famosa raccolta di storie e fiabe della tradizione popolare. La Compagnia La Ribalta porterà sul palco Antonio Carmando, Michele Cicchetti, Valentina Mustaro, Elena Pagano e la partecipazione straordinaria di Utungo Tabasumu.

Note di regia

La versione dello spettacolo scritta dalla regista Valentina Mustaro è ambientata in un cantiere aperto, un vicolo di un quartiere popolare, in un tempo imprecisato. Elementi moderni e passati convivono insieme sulla scena: una scala d’acciaio, un trabattello, secchi di pittura, di plastica, scope, bidoni. Tutto a rappresentare un ambiente in costruzione ma trasmettono anche un senso di abbandono e di solitudine. Giunge in questo luogo, come un deus ex machina, una maschera, un attore, che tenta di richiamare l’attenzione della gente ma resta amaramente deluso nel trovare la strada stranamente silenziosa e vuota. Decide quindi di recitare un monologo, il testo del bando emanato dal Principe di Camporotondo, il quale si dice sia alla ricerca delle donne più chiacchierone per raccontare le storie del popolo alla principessa nei 4-5 giorni che la separano dal parto. Il monologo della maschera è lanciato come un’esca alla quale abbocca pian piano la gente del vicolo, che inizia a passarsi la voce, a scendere in piazza e a riportare in vita i detti, le storie della tradizione, mettendo in piazza i propri panni, le vesti, gli indumenti e utilizzandoli poi in un gioco di metateatro nel quale il popolo è narratore e attore allo stesso tempo. Lo stile della messa in scena è quello tipico della commedia dell’arte: i personaggi indossano maschere, adoperano diversi dialetti, compiono lazzi e trovate acrobatiche, ironizzato sulla storia e spesso la stravolgono ponendosi sempre a metà tra il passato e il moderno. Infine, la regista sceglie di chiudere lo spettacolo così come è iniziato, secondo uno schema circolare, che è un chiaro riferimento alla circolarità dell’opera stessa, ma con la differenza che alla fine della rappresentazione la scena non sarà più abbandonata e silenziosa; bensì sarà di contro una scena viva poiché grazie al raccontare “si spaurano gli affanni, si da sfratto ai momenti fastidiosi e s’allonga la vita”.  Così la “maschera”, l’attore, può allontanarsi contenta vedendo come adesso la gente sia rinata e in piena energia, pronta a riprendere a raccontare “Lu cunto de li cunti”.

Sinossi spettacolo “Lu cunto de lu cunti”

La famosa raccolta di storie e fiabe della tradizione polare che porta la firma di Giambattista Basile, detta anche Pentamerone poiché tramanda 50 racconti. La cornice narrativa costituisce il primo di questi racconti, da cui scaturiscono gli altri quarantanove; alla fine, con l’ultima fiaba, si ritorna alla vicenda principale, che ritrova la sua conclusione.

Il racconto della cornice, infatti, narra la vicenda della principessa Lucrezia, detta Zoza, che si trova nella condizione di non riuscire più a ridere. Invano il padre si sforza di strapparle un sorriso, facendo venire a corte una gran quantità di saltimbanchi, buffoni e uomini di spettacolo: Zoza non riesce ad uscire dal suo perenne stato di malinconia. Un giorno, però, mentre si trova affacciata alla finestra della sua stanza, scoppia a ridere allorquando vede una vecchia cadere e poi compiere un gesto osceno di rivalsa e di protesta. La vecchia si vendica della risata della giovane principessa con una maledizione: Zoza potrà sposarsi solo con Tadeo, un principe che a causa di un incantesimo giace in un sepolcro in uno stato di morte apparente, e che riuscirà a svegliarsi solo se una fanciulla riuscirà a riempire in tre giorni un’anfora con le sue lacrime. Zoza inizia l’impresa; l’anfora è quasi colma quando ella, stremata dalla fatica, si addormenta. È allora che una schiava moresca si sostituisce a lei, versando le ultime lacrime in modo da svegliare il principe, e si fa sposare. Zoza, però, riesce a infondere nella schiava il desiderio di ascoltare fiabe, e dà l’incarico a dieci ripugnanti vecchie di narrare una novella ciascuna al giorno, per cinque giorni. Alla fine, Zoza si sostituisce all’ultima novellatrice, raccontando la propria storia come ultima novella. Così il principe viene a conoscenza dell’inganno che gli è stato teso, condanna a morte la schiava moresca e sposa Zoza.

Il Focus dello spettacolo è proprio sulla cornice narrativa del romanzo che rappresenta il “racconto dei racconti” poiché contiene in sé il motore di tutte le storie ed evidenzia l’importanza del narrare e della sua funzione catartica. Come sostiene il Principe quando emana il bando: solo attraverso il raccontare si può superare gli affanni dalla vita quotidiana, liberarsi dai pensieri fastidiosi e vivere in eterno, tramandano quei racconti di persona in persona.

Il biglietto, come è ormai consuetudine, è prenotabile sul sito ufficiale del Teatro La Ribalta di Salerno (https://www.teatrolaribaltasalerno.it/botteghino-online/).

Laboratorio di Teatro Integrato

Dicembre porta con sé il Natale e nuovi doni, anche al Teatro La Ribalta. Infatti, solo per il mese di Dicembre sarà possibile partecipare ad un LABORATORIO DI TEATRO INTEGRATO a cura di Valentina Mustaro. L’appuntamento è per ogni lunedì e mercoledì dalle 18:30 alle 20:30. Un progetto d’inclusione sostenuto da SODALIS CSV SALERNO per bambini e ragazzi dagli 8 ai 17 anni.
Il Teatro La Ribalta si pone così, ancora una volta, dalla parte del talento oltre qualsiasi barriera!

Che cos’è il LABORATORIO TEATRALE INTEGRATO?

è un laboratorio, uno spazio espressivo, che tiene conto di tutti gli aspetti emotivi necessari per la crescita individuale e per formare quella base di conoscenze che poi rendono possibili un vero ed efficace apprendimento. Tutto ciò, con una caratteristica fondamentale: è rivolto a tutti. Nessuno è escluso. Con il suo lavoro, Valentina Mustaro amplia l’offerta formativa dei giovani con attività teatrali e culturali che coinvolgono ragazzi con disabilità e con bisogni speciali.

Il Pigmalione di Napoli

Un nuovo fine settimana si avvicina e si accendono anche le luci sul palco del teatro La Ribalta di Salerno. Il 20 e il 21 Novembre ritorna la rassegna I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO e lo fa ospitando la Compagnia teatrale Crescere Insieme oltre il Teatro con lo spettacolo Il Pigmalione di Napoli.

La commedia in due atti, liberamente ispirata al Pigmalione di Ovidio, vede la regia di Clotilde Grisolia.

La storia racconterà di due professori, così convinti delle proprie abilità che pretendono di trasformare e cambiare lo stile di vita e il modo di parlare di tre pescivendole dei bassifondi napoletani. Tanti i personaggi esilaranti e le risate, anche se non mancherà un momento di riflessione su quello che può essere la diversità.

Il biglietto, come è ormai consuetudine, è prenotabile sul sito ufficiale del Teatro La Ribalta di Salerno (https://www.teatrolaribaltasalerno.it/botteghino-online/).

Dentro Fuori… spazio alle emozioni!

Quanto è importante (ri)conoscere le proprie emozioni per trovare un giusto equilibrio nella nostra vita? Scopriamolo insieme domenica, 14 novembre, con lo spettacolo “Dentro Fuori… spazio alle emozioni!”. Uno show che vedrà impegnata la compagnia La Ribalta di Salerno in tre repliche: 11.00, 17.00, 19.00.

“Dentro Fuori… spazio alle emozioni!” è stato ideato e scritto dalla regista Valentina Mustaro e prende ispirazione dalla struttura del film d’animazione “Inside out”. Lungometraggio del 2015, dove la piccola Riley è guidata dalle proprie emozioni: Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza, che vivono nel Quartier Generale, il centro di controllo nella mente, da dove l’aiutano ad affrontare la vita di tutti i giorni.

In un primo momento lo spettacolo presenta le emozioni, come sono nate pian piano che Riley cresceva e quali sono le loro funzioni nella vita della bambina; questo momento introduttivo è importante per definire le premesse del racconto e per spiegare ai piccoli spettatori, con un linguaggio semplice ed efficace, cosa sono e a cosa servono le emozioni. Ma una volta che la Gioia, la Tristezza, la Paura, la Rabbia e il Disgusto si sono formate e tutto sembra andar bene accade nella vita di Riley qualcosa di inaspettato. È qui che la mano della regista Mustaro inserisce un nuovo elemento rispetto alla storia originaria: arriva per Riley la notizia di una pandemia, una malattia che sta collezionando contagi velocemente e costringerà la piccola a rimanere chiusa in casa, senza poter andare a scuola, coltivare le proprie amicizie o le proprie passioni. Questo inaspettato evento vedrà la reazione delle emozioni che in preda al panico cercheranno di “prendere spazio” sentendosi anch’esse soffocate da questa chiusura improvvisa che interrompe il naturale proseguimento della vita della bambina. Come reagiranno le emozioni? Cosa proverà Riley? In che modo la tempesta sarà superata?

Lo spettacolo vuole interpretare e in parte esorcizzare il particolare momento vissuto dai bambini durante la diffusione della pandemia da Covid-19; attraverso l’immedesimazione i piccoli spettatori potranno rielaborare dei vissuti personali e grazie alla magia del Teatro, alla sua forza catartica, riconoscerli e superarli riscoprendo quella forza interiore, quel “sole che scaccia la tempesta”.