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Bando 10° edizione de “I Diversi Volti del Teatro” 2022/2023

Il Teatro La Ribalta di Salerno organizza la decima rassegna Teatrale “I diversi volti del Teatro” 2022/23. Sede legale è in via Salvatore Calenda n.98 -­‐ 84126 -­‐ Salerno (SA).

REGOLAMENTO

La direzione artistica del teatro La Ribalta di Salerno, seleziona proposte di spettacolo da inserire nella 10° EDIZIONE DELLA RASSEGNA TEATRALE “I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO” 2022/2023 che avrà luogo nel teatro La Ribalta di Salerno (SA).

Art.1Descrizione rassegna

La rassegna “I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO” intende proporre spettacoli di diverso genere: comico, drammatico, sperimentale, teatro danza. Le rappresentazioni si terranno da ottobre 2022 a maggio 2023 nelle serate del sabato alle 21.00 e la domenica alle 19.00. Il fine è quello di offrire al pubblico un’offerta ampia che possa diffondere la cultura del teatro in tutte le sue forme.

Art.2 – Selezione

La Direzione artistica del Teatro La Ribalta prenderà visione di tutte le proposte ricevute, selezionerà a suo insindacabile giudizio gli spettacoli che riterrà più in linea con la rassegna e comunicherà il calendario alle compagnie selezionate entro il 25 luglio 2022. Le compagnie selezionate dovranno confermare la loro disponibilità inviando una mail a laribalta@hotmail.it entro cinque giorni dalla ricevuta comunicazione. In caso di mancata conferma, si riterrà annullata la domanda. Alla Rassegna possono partecipare tutte le compagnie e i gruppi teatrali costituiti in associazioni culturali, gruppi o singoli attori residenti nel territorio nazionale. Verranno prese in considerazione, esclusivamente opere che dovranno avere una durata effettiva, non inferiore ai 60 minuti. Saranno ammesse alla rassegna, dopo le fasi di selezione effettuate da apposita commissione, 7 compagnie tra quelle che avranno inoltrato domanda.

Art. 3 – Richiesta d’Iscrizione

Le compagnie dovranno inviare la domanda di partecipazione alla mail laribalta@hotmail.it entro e non oltre il 20 luglio 2022. Alla domanda di partecipazione dovranno essere allegati:

  • Sinossi dello spettacolo che si intende presentare;
  • Scheda tecnica dello spettacolo;
  • Foto di scena;
  • Link per la visione di un promo dello spettacolo e un link per la visione dello spettacolo integrale (You Tube, Wetransfer);
  • Dichiarazione di esonero responsabilità da parte del teatro ospitante;
  • Copia dell’avvenuto Bonifico di €25,00 a favore di Ass. La Ribalta con causale: I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO 2022 – NOME COMPAGNIA (IBAN: IT 04D 02008 15213 000102124364);
  • Copia dell’Attestato di iscrizione UILT, FITA, TAI o di altra associazione nazionale di teatro amatoriale riconosciuta, aggiornato al 2022 – Qualora la compagnia non sia affiliata dovrà, in caso di selezione, garantire la copertura assicurativa del cast artistico e tecnico;
  • Contatti del referente e generalità del referente;
  • Dichiarazione SIAE (esonero o n.iscrizione)

Art.4 – Rimborsi e compensi

Alle compagnie selezionate spetterà un rimborso di 150€ garantiti. Inoltre, superati i 50 spettatori paganti, il 50% dell’intero incasso sarà destinato alla compagnia selezionata ad eccezione delle spese di siae. Il teatro ha una capienza di 80 posti. Il costo del biglietto è di 10€.

Art .7 – A disposizione della compagnia

Impianto audio, luci e di videoproiezione, come da scheda tecnica che sarà opportunamente comunicata; quadratura nera; eventuali oggetti di scena presenti in deposito di cui la compagnia può usufruire gratuitamente. Per ulteriori necessità le compagnie dovranno provvedere autonomamente.

Art.8 – Disposizioni sulla privacy

Con la partecipazione alla rassegna, la Compagnia accetta integralmente il presente regolamento e autorizza il trattamento dei dati personali (legge 675/96) relativi ad autori, attori, artisti e tecnici protagonisti delle opere e presenti nel materiale complementare, autorizza l’archiviazione delle opere presentate presso la sede del Teatro La Ribalta, il quale si riserva di catalogarle e renderle disponibili per tutte le proiezioni, manifestazioni, trasmissioni ed eventi promossi dalla stessa associazione per scopi promozionali e culturali, comunque non commerciali.

Ghost Town a chiudere i Diversi Volti del Teatro

Ultimo weekend al Teatro La Ribalta con I Diversi Volti del Teatro: 14 – 15 maggio con Ghost Town

A chiudere la stagione 2021/22 de I Diversi Volti del Teatro è, ovviamente, la compagnia La Ribalta di Salerno. I padroni di casa per l’occasione porteranno in scena uno spettacolo inedito scritto e diretto da Valentina Mustaro. Testo, ahinoi, più che mai attuale e per questo possiamo dire che guarda al passato, al presente e al futuro delle nostre città, troppo spesso preda degli interessi di pochi che ne deturpano la bellezza (anche con la guerra).

L’appuntamento è per sabato, 14 maggio, alle 21:00 e per domenica, 15 maggio, alle 19:00 in via Salvatore Calenda, 98. Clicca qui per prenotare.

Cosa c’è da sapere su Ghost Town

“Ghost Town” ovvero “Città Abbandonata” è uno spettacolo di ricerca e sperimentazione, nato da un laboratorio di scrittura teatrale diretto da Valentina Mustaro sulla rilettura di alcune opere di Italo Calvino e sul concetto di “città” inteso come spazio figurato, come luogo che possiamo costruire o distruggere . Ghost Town è la storia di un viaggio, in un tempo imprecisato; è la metafora della vita che pone ogni uomo davanti ad esperienze e scelte da compiere. La protagonista, Raiss, arriva in una città abbandonata a conclusione del suo viaggio e trova una città dove l’attendono fantasmi, una città distrutta che scoprirà di aver contribuito ad annientare.

Raiss vorrebbe tornare indietro per riscoprire frammenti del suo passato, le tante vite che ha vissuto, i viaggi, le scelte che l’hanno condotta al capolinea, e gli viene concesso di ripercorrere i suoi passi. Queste figure fantasmagoriche la accompagneranno verso la consapevolezza del momento della sua morte, avvenuta durante una guerra civile nella quale i personaggi stessi sono rimasti vittime.

“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo dei loro discorsi è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, ed ogni cosa nasconde un’altra” .

Parla la regista Valentina Mustaro

Lo spettacolo Ghost town parla di città e di uomini, delle città costruite dagli uomini e da loro distrutte attraverso scelte sbagliate, quando le paure superano i buoni propositi, quando la guerra vince sulla vita. Ho scelto di presentare i personaggi della storia, i “fantasmi”, nella platea, già dal momento in cui il pubblico entra in sala, con l’intento di far sentire gli spettatori sin da subito parte della storia e di immedesimarsi con queste figure. Lo spettacolo inizia ancora prima che le luci del palco si accendano.

Quando parte la musica dei Pink Floyd, parlo del brano Speak to me e Breathe, tra fumo e luci soffuse il palcoscenico si illumina e compare la figura di un soldato, Raiss, protagonista della storia. Raiss si guarda intorno riprendendo fiato, come accade dopo un brutto spavento, dopodiché scorge le figure in sala. Esse prendono vita e ripetono le parole del brano “Breath” spostandosi verso il palco, verso Raiss, con fare minaccioso. Il soldato non sa cosa fare: difendersi o scappare? Quando vede i personaggi schierati a lei dinanzi come un plotone di esecuzione. Raiss scappa ma non può andare lontano, si aggrappa a dei tessuti che penzolano dall’alto, le ricordano un’altalena e le fanno ripensare a quando l’unica cosa che contava per lei era dondolare, lasciarsi dondolare. I Fantasmi le si avvicinano minacciosi e aggressivi e iniziano ad aggrapparsi a lei, a tirarla e ferirla finché Raiss chiede le sia concesso di tornare “al tempo, al luogo” del passato.

Da questo momento inizia un suono d’orologio e lancette e i fantasmi portano indietro il tempo immergendo Raiss nei ricordi : il primo momento è quello dell’infanzia, tra le braccia della mamma, in un dialogo gestaltico, alla ricerca di sé stessa; il secondo momento è quello della ricerca, della costruzione, della scoperta del mondo; il terzo momento è quello della chiamata alle armi, della difficile scelta tra il perseguire la strada dell’arte o quella del cosiddetto “dovere civile”; il quarto momento è quello dell’arruolamento, della preparazione alla vita del soldato; e infine il quinto momento è quello che ha preceduto la fine, il momento in cui Raiss stava portando a termine la sua missione.

L’ultimo ricordo riguarda il momento che ha preceduto lo scoppio della bomba che ha distrutto la città: Raiss stava pattugliando alla ricerca di superstiti e si era imbattuta in una strana figura di donna, che le ricordava un po’ se stessa, prima di diventare soldato. La donna, pur essendo nel bel mezzo di un bombardamento, restava attaccata alle sue cose, alla sua casa, i suoi oggetti e spazi;  quasi come se vivesse lontana dalla guerra. Raiss pur sapendo di doverla allontanare da quel luogo resta talmente presa da quella figura che decide di restare con lei e di assecondare il suo desiderio pur sapendo che lo scoppio della bomba si avvicina. Raiss le propone di farle un dipinto in modo che la sua bellezza resti immutata nel tempo.

In scena si intervallato scene di buio e luce che ritraggono i personaggi in fuga dalla bomba, mentre in sottofondo la musica dei Pink Floyd “Wish you here” fa da cornice, poi il boato. Quando torna la luce restano in scena solo figure immobili che con la loro posizione nello spazio scenico riproducono il quadro “Guernica” di Picasso.

Il resto è silenzio.

Covid, stop agli spettacoli di Gennaio

A malincuore ma con grande responsabilità, prendiamo atto dell’esponenziale crescita dei contagi e per questo motivo optiamo per il rinvio delle date previste per il mese di Gennaio. Non ci sono, invece, variazioni per le classi di Laboratorio.

Speriamo di rivedere la sala quanto prima. Restate connessi sulle nostre pagine per essere informati sulle date aggiornate.

“Lu cunto de li cunti” per un weekend da Commedia dell’Arte

Quinto appuntamento con la rassegna I Diversi Volti del Teatro

Nuovi appuntamenti per la rassegna “I Diversi Volti del Teatro”. Il prossimo fine settimana, 11 e 12 dicembre, ritorna la Commedia dell’Arte al Teatro La Ribalta di Salerno con “Lu Cunto de li Cunti”. Lo spettacolo di Valentina Mustaro parte da un’attenta rilettura e rielaborazione del testo di Giambattista Basile, la famosa raccolta di storie e fiabe della tradizione popolare. La Compagnia La Ribalta porterà sul palco Antonio Carmando, Michele Cicchetti, Valentina Mustaro, Elena Pagano e la partecipazione straordinaria di Utungo Tabasumu.

Note di regia

La versione dello spettacolo scritta dalla regista Valentina Mustaro è ambientata in un cantiere aperto, un vicolo di un quartiere popolare, in un tempo imprecisato. Elementi moderni e passati convivono insieme sulla scena: una scala d’acciaio, un trabattello, secchi di pittura, di plastica, scope, bidoni. Tutto a rappresentare un ambiente in costruzione ma trasmettono anche un senso di abbandono e di solitudine. Giunge in questo luogo, come un deus ex machina, una maschera, un attore, che tenta di richiamare l’attenzione della gente ma resta amaramente deluso nel trovare la strada stranamente silenziosa e vuota. Decide quindi di recitare un monologo, il testo del bando emanato dal Principe di Camporotondo, il quale si dice sia alla ricerca delle donne più chiacchierone per raccontare le storie del popolo alla principessa nei 4-5 giorni che la separano dal parto. Il monologo della maschera è lanciato come un’esca alla quale abbocca pian piano la gente del vicolo, che inizia a passarsi la voce, a scendere in piazza e a riportare in vita i detti, le storie della tradizione, mettendo in piazza i propri panni, le vesti, gli indumenti e utilizzandoli poi in un gioco di metateatro nel quale il popolo è narratore e attore allo stesso tempo. Lo stile della messa in scena è quello tipico della commedia dell’arte: i personaggi indossano maschere, adoperano diversi dialetti, compiono lazzi e trovate acrobatiche, ironizzato sulla storia e spesso la stravolgono ponendosi sempre a metà tra il passato e il moderno. Infine, la regista sceglie di chiudere lo spettacolo così come è iniziato, secondo uno schema circolare, che è un chiaro riferimento alla circolarità dell’opera stessa, ma con la differenza che alla fine della rappresentazione la scena non sarà più abbandonata e silenziosa; bensì sarà di contro una scena viva poiché grazie al raccontare “si spaurano gli affanni, si da sfratto ai momenti fastidiosi e s’allonga la vita”.  Così la “maschera”, l’attore, può allontanarsi contenta vedendo come adesso la gente sia rinata e in piena energia, pronta a riprendere a raccontare “Lu cunto de li cunti”.

Sinossi spettacolo “Lu cunto de lu cunti”

La famosa raccolta di storie e fiabe della tradizione polare che porta la firma di Giambattista Basile, detta anche Pentamerone poiché tramanda 50 racconti. La cornice narrativa costituisce il primo di questi racconti, da cui scaturiscono gli altri quarantanove; alla fine, con l’ultima fiaba, si ritorna alla vicenda principale, che ritrova la sua conclusione.

Il racconto della cornice, infatti, narra la vicenda della principessa Lucrezia, detta Zoza, che si trova nella condizione di non riuscire più a ridere. Invano il padre si sforza di strapparle un sorriso, facendo venire a corte una gran quantità di saltimbanchi, buffoni e uomini di spettacolo: Zoza non riesce ad uscire dal suo perenne stato di malinconia. Un giorno, però, mentre si trova affacciata alla finestra della sua stanza, scoppia a ridere allorquando vede una vecchia cadere e poi compiere un gesto osceno di rivalsa e di protesta. La vecchia si vendica della risata della giovane principessa con una maledizione: Zoza potrà sposarsi solo con Tadeo, un principe che a causa di un incantesimo giace in un sepolcro in uno stato di morte apparente, e che riuscirà a svegliarsi solo se una fanciulla riuscirà a riempire in tre giorni un’anfora con le sue lacrime. Zoza inizia l’impresa; l’anfora è quasi colma quando ella, stremata dalla fatica, si addormenta. È allora che una schiava moresca si sostituisce a lei, versando le ultime lacrime in modo da svegliare il principe, e si fa sposare. Zoza, però, riesce a infondere nella schiava il desiderio di ascoltare fiabe, e dà l’incarico a dieci ripugnanti vecchie di narrare una novella ciascuna al giorno, per cinque giorni. Alla fine, Zoza si sostituisce all’ultima novellatrice, raccontando la propria storia come ultima novella. Così il principe viene a conoscenza dell’inganno che gli è stato teso, condanna a morte la schiava moresca e sposa Zoza.

Il Focus dello spettacolo è proprio sulla cornice narrativa del romanzo che rappresenta il “racconto dei racconti” poiché contiene in sé il motore di tutte le storie ed evidenzia l’importanza del narrare e della sua funzione catartica. Come sostiene il Principe quando emana il bando: solo attraverso il raccontare si può superare gli affanni dalla vita quotidiana, liberarsi dai pensieri fastidiosi e vivere in eterno, tramandano quei racconti di persona in persona.

Il biglietto, come è ormai consuetudine, è prenotabile sul sito ufficiale del Teatro La Ribalta di Salerno (https://www.teatrolaribaltasalerno.it/botteghino-online/).